Settima Notte
La performance si compone di due figure con fattezze di origami che fluttuano nello spazio e di due elementi che li caratterizzano: una lira ed un’aquila.
La prima Orihime, altrimenti conosciuta come Vega (stella appartenente alla costellazione della Lira), è conosciuta per le sue doti tessili e l’abilità nel canto, da qui la lira.
Il secondo è Hikoboshi, oppure Altair (appartenente alla costellazione dell’Aquila), e in alcune versioni del racconto si trasforma in aquila per ricongiungersi alla sua amata.
La leggenda originale, legata alla festività del Tanabata, si celebra il settimo giorno del settimo mese. Tratta di due ragazzi il cui amore sembra essere d’ostacolo alla normale routine quotidiana di tessitrice e di pastore che essi perseguono e per questo la società decide di separarli, ciò nonostante la separazione non sembra essere d’aiuto infatti i due giovani sono talmente tristi da non riprendere comunque le loro rispettive mansioni.
Fu così che l’imperatore del cielo e padre di Orihime, si mosse a compassione e permise ai due giovani di potersi rincontrare il settimo giorno del settimo mese, giorno in cui le due stelle si riuniscono, e tramite la via lattea creano un passaggio per ricongiungersi.
I costumi dei due protagonisti sono realizzati in cotone. La lira è realizzata con origami modulari e l’aquila è costituita da polistirene estruso assemblato su una struttura simile a quella di un ombrello.
Lo scopo dell’opera è ricreare un’ambientazione onirica -quasi fiabesca- fornendo al fruitore alcuni elementi protagonisti di una storia e far sì che egli stesso possa comporre il canovaccio della trama.